Scalini

Premessa doverosa: questo fumettino l’ho disegnato per provare a elaborare come mi sono sentita negli ultimi due mesi, usando la metafora degli scalini. Spero che in nessun modo chi ha problemi più grossi dei miei si senta offeso dai miei disegni (nel caso, mi scuso preventivamente). Non è mia intenzione piangermi addosso o fare la vittima, però a volte disegnare i propri stanti d’animo (sebbene possa portare a esagerare un po’, anche non volendo) fa molto bene, così come verbalizzare il fatto che la maternità, a volte, ti porta a rinchiuderti su te stessa, anche se non l’avresti mai detto prima.

Questo fumettino nasce in primo luogo per ricordare a me stessa che a volte bisogna accettare i propri limiti. Come forse chi mi legge da un po’ di tempo sa, io ho un “complesso della superdonna” grosso come una casa. Finora mi è andata di c**o perché ho sempre potuto ricevere aiuto in modo rispettoso e discreto, e la salute mi ha sempre assistita. Negli ultimi due mesi queste condizioni non si sono verificate, e per vari motivi sono rimasta da sola con le due bimbe. Di fatto, ho vissuto in pigiama per due mesi e ho sviluppato un principio di agorafobia. Il solo pensiero di uscire di casa per molto tempo mi ha messo un’ansia tremenda (credo che una certa responsabilità ce l’abbiano anche i due anni di pandemia, eh).
Ciliegina sulla torta, il mio equilibrio precario mi ha portata a sbroccare malissimo con metà della mia famiglia alla vigilia di Natale, con tanto di psicodrammi annessi e connessi. E meno male che sono ancora in maternità: se avessi dovuto mettere anche il lavoro nell’equazione sarebbe stato sicuramente peggio.
Vabbè. Comunque, tutto questo pippone per dire che secondo me ci sta di avere dei periodi no, in cui ti sembra che non ti riesca di fare niente, di avvertire i tuoi limiti come insopportabili (ovviamente io faccio riferimento alla mia personale esperienza di maternità, ma in nessun modo voglio far passare il messaggio che questa sensazione sia una prerogativa dei genitori, eh). Credo che fare pace con questa sensazione sia il primo passo, però, per riprendersi e chiedere aiuto, se serve.
Come al solito, per favore, non prendete questo piccolo sfogo illustrato come un qualcosa di prescrittivo o come un modello di come ci si dovrebbe comportare (anzi, tutt’altro, al limite). Io sono solo una cogliona che disegna fumettini quindi non ho niente da insegnare a nessuno.